Un’occasione da non perdere per riflettere sui rapporti fra il mondo della criminalità e quello dei giovani, sul significato profondo delle regole, sul valore della legalità. Mercoledì 29 gennaio, nell’ambito del Progetto “Buona la Prima – Cittadinanza e Costituzione”, gli allievi dell’Istituto Superiore Giuseppe Di Vittorio’, accompagnati dai docenti Torino, Riccitelli, De Cicco, De Paulis, Sorge, Capodacqua, Spinelli, Acocella, Passerini e Mena, si sono recati presso il Cinema Moderno di Cerveteri per assistere alla proiezione del film di Claudio Giovannesi, ‘La paranza dei bambini’, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano. L’iniziativa è finanziata dalla Regione Lazio.
Il titolo del film si riferisce al termine ‘paranza’, che allude sia al banco di piccoli pesci attratti e ingannati dalla luce per essere catturati nella rete, sia a una squadra di camorristi pronti alla violenza e alla morte. In primo piano, senza interruzioni, i volti e le vite di un gruppo di adolescenti del Rione Sanità di Napoli, iniziati alla criminalità, sedotti dalla possibilità di una facile ricchezza e di una veloce scalata della gerarchia malavitosa del loro quartiere. Una storia di innocenza perduta e di deriva morale che accende i riflettori sulla fascinazione potente esercitata da chi calpesta la legalità, promettendo un presente di effimeri successi, comprati con la violenza e con il sangue.
Film sconvolgente in cui i confini fra il bene e il male vengono cancellati dalla legge della sopraffazione, dalla logica della vendetta e dall’urgenza della sopravvivenza. E’ quello che succede nei luoghi della miseria, marcati come territori appartenenti a bande in guerra fra loro. Luoghi della brutalità e della barbarie, luoghi dell’assenza: della cultura, della scuola, della politica, della Chiesa, dello Stato. Luoghi in cui si passa quasi senza accorgersene dal giocare alla guerra al fare la guerra. Un’avventura criminale che inizia nel momento il cui Nicola, il protagonista quindicenne, entra nella lavanderia della madre e vede i membri di un clan venuti a chiederle il pizzo. ‘E’ così? Prendo io il quartiere in mano, – decide allora Nicola – prendo io il comando’. “Questo film racconta la realtà delle cose, la realtà della mia vita. – ha raccontato l’attore Francesco Di Napoli – Io a 14 anni ho iniziato a lavorare, come anche tanti ragazzi della Sanità, del mio quartiere, del Rione Traiano. Iniziano a lavorare già a 12, 13 anni. A questa età, è più facile sbagliare che fare la cosa giusta, quando nasci in questi quartieri. Nella vita si può sbagliare. Ma tutti i ragazzi della mia età, dell’età di Nicola, hanno il diritto di essere felici”.“Non è solo un racconto di guerra, ma un racconto di amicizia, di sentimenti e di incoscienza. – ha affermato il regista Claudio Giovannesi – I ragazzi vivono questa guerra all’inizio come un gioco, poi si rendono conto che non lo è”. Ma ormai è troppo tardi.
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