Alcune classi dell’Alberghiero di Ladispoli c’erano state già il 25 febbraio, ma lunedì 25 marzo è un giorno speciale e il Prof. Paolo Ferranti, Docente di Pasticceria dell’Istituto di via Federici, ha deciso di accompagnare anche i suoi studenti nel capoluogo toscano: “E’ il Dantedì, edizione 2025 – ha spiegato – l’evento nazionale istituito dal Ministero della Cultura per avvicinare i giovani alla poesia e alla figura di Dante Alighieri nel giorno in cui, secondo gli studiosi, inizia il suo viaggio nell’Aldilà descritto nella Divina Commedia. Oggi abbiamo voluto ripercorrere strade e piazze del centro storico per respirare l’atmosfera della Firenze dantesca e non solo. Da Santa Maria Novella a Piazza del Duomo, da Santa Maria del Fiore al Battistero di San Giovanni e Ponte Vecchio, da Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti e al Giardino di Boboli: un’esperienza immersiva nella bellezza e nella storia del capoluogo toscano che non ha naturalmente dimenticato il valore e l’importanza della cultura enogastronomica legata a questi luoghi straordinari. Ma ogni degustazione deve essere legata ad un contesto specifico ed è così che abbiamo scelto, per la bistecca alla fiorentina – uno dei piatti più conosciuti della cucina toscana – L’Osteria dei Leoni, nel cuore del centro storico della città. Stesso discorso per la pasticceria e il suo dolce più famoso, la schiacciata, una delle ricette più antiche e conosciute, non a caso citata da Pellegrino Artusi alla fine dell’Ottocento. Anche in questo caso abbiamo voluto conoscere uno dei locali “storici” del capoluogo toscano, Nencioni, in via Pietrapiana, che dal 1950 rappresenta un punto di riferimento per tutti gli amanti dell’arte bianca”. “E’ stata una giornata straordinaria per i nostri studenti che hanno avuto oggi l’opportunità di comprendere dal vivo e sul campo l’importanza di un legame profondo e di una sintesi perfetta: quella fra la cultura del cibo, la storia e l’identità dei luoghi. Un patrimonio dal valore inestimabile che racconta, di generazione in generazione, le nostre tradizioni e le nostre radici”.
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