SCUOLA, STAMPA E RICERCA INSIEME PER LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
ALL’ALBERGHIERO DI LADISPOLI UN SEMINARIO CON ANTONELLA DEL FIORE (E.N.E.A.), GIOVANNI FURGIUELE
E AMEDEO LANUCARA (L’AGONE)
Terzo appuntamento all’Alberghiero di Ladispoli per il Progetto di ‘Educazione al consumo consapevole’ “Sapere i sapori”. Dopo le attività di laboratorio e il seminario del 15 marzo (dedicato alla storia della Riforma fondiaria nel Lazio), martedì 27 si è svolto un nuovo convegno sui prodotti tipici del litorale tirrenico.
In rappresentanza della stampa c’era stavolta ‘L’Agone’, con il suo Presidente Giovanni Furgiuele e il giornalista Amedeo Lanucara.
“I carciofi sono ortaggi che per le loro proprietà nutritive possono considerarsi elementi fondamentali della dieta mediterranea”: così scriveva il celebre nutrizionista Alberto Fidanza, Direttore per oltre mezzo secolo dell’Istituto di Fisiologia generale dell’Università “La Sapienza” di Roma. I Greci li chiamavano Kinara, i Latini Cynara. Nel mito, Cynara è protagonista di uno dei numerosissimi casi di metamorfosi tramandati nei millenni: bellissima ninfa dai capelli color cenere, della quale Zeus si innamorò non corrisposto, fu trasformata per vendetta in una pianta verde e spinosa. I carciofi molto probabilmente furono addomesticati alla coltivazione per merito degli Etruschi. Estese popolazioni selvatiche di Cynara cardunculus erano infatti presenti nell’area collinare fra Civitavecchia, Tolfa e Cerveteri. Raffigurazioni di foglie di carciofo sono anche visibili in alcune tombe della necropoli etrusca di Tarquinia. Ma per secoli la coltivazione di questo ortaggio dalle straordinarie qualità organolettiche rimase limitata agli orti familiari. Anche di questo si è parlato martedì 27 marzo nella Sala Convegni dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli. E’ infatti al carciofo romanesco che è dedicata l’edizione 2018 del Progetto “Sapere i Sapori”, promosso dall’A.R.S.I.A.L. (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio). “Il carciofo romanesco è profondamente legato alla storia e all’identità di Ladispoli – ha dichiarato la Prof.ssa Vincenza La Rosa, Dirigente Scolastica dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” – Riteniamo essenziale che i nostri allievi di Enogastronomia apprendano non soltanto le competenze tecniche indispensabili per la loro futura vita lavorativa, ma anche le imprescindibili conoscenze storico-culturali che devono arricchire e vivificare tali abilità. Il nostro metodo è quello della ricerca-azione che nell’apprendimento deve saper integrare la teoria e la pratica”.
Molti gli appuntamenti previsti all’Alberghiero fino al termine del percorso didattico: seminari, laboratori, visite didattiche, partecipazione ad eventi esterni. “Ma quest’anno – ha sottolineato la Prof.ssa Sara Leonardi, Docente di Economia e Gestione delle Aziende Ristorative dell’Istituto Professionale di via Federici – abbiamo voluto unire le energie e fare rete: sarà la stampa locale a seguirci e a collaborare al fine della massima diffusione e visibilità delle iniziative in programma. Oggi abbiamo con noi Giovanni Furgiuele, Presidente dell’ Agone, e il giornalista Amedeo Lanucara. Il nostro rapporto con i media del territorio è sempre stato intenso e proficuo. Desideriamo, però, che gli allievi percepiscano pienamente il valore formativo dell’informazione. Una cittadinanza consapevole e un’ adeguata coscienza civica nascono anche e soprattutto dalla conoscenza profonda dei luoghi in cui si abita. Storia, memoria, tradizioni, economia, società, arte gastronomica, cultura locale: sono questi gli ingredienti che intendiamo mettere ogni giorno nel ricchissimo piatto della nostra offerta didattica”.
Fu a partire dalla Riforma agraria avviata dall’Ente Maremma negli Anni Cinquanta che la coltivazione del carciofo romanesco divenne intensiva nel territorio di Ladispoli, tanto che proprio nel 1950 si svolse la prima edizione della Sagra destinata a divenire famosa in tutta Italia.
Ma nel corso del seminario del 27 marzo, con Antonella Del Fiore, Ricercatrice dell’E.N.E.A., si è parlato anche di cultivar e di proprietà nutrizionali e salutistiche del carciofo. Potassio, calcio, fosforo, fibre (soprattutto inulina), composti fenolici ad attività antiossidante (cinarina, cinaroside, flavonoidi): molti i benefici per la salute legati agli elementi e ai principi attivi presenti nel carciofo. “Alimento ipocolesterolemizzante e antiossidante, il “re dell’orto” ha riconosciuti effetti positivi – come ha spiegato la Dott.ssa Del Fiore – sulla salute”. Due sono le cultivar presenti nel territorio: Castellamare (a maturazione precoce, da inizio gennaio) e Campagnano (con produzione tardiva, tra marzo e aprile), molto apprezzate per la compattezza, il sapore e la consistenza dei loro tondi e grandi capolini. Il carciofo – ha aggiunto Antonella Del Fiore – richiede un clima mite e terreni profondi, di medio impasto, ben drenati e neutri. La ricercatrice dell’E.N.E.A. ha continuato quindi la sua relazione descrivendo tutte le proprietà nutrizionali e le caratteristiche del carciofo romanesco I.G.P.
La seconda parte del convegno è stata dedicata all’importanza dell’informazione locale. Giovanni Furgiuele ha presentato agli studenti di via Federici ‘L’Agone’, il mensile (cartaceo e on-line) diretto da Luca Cesari. Giovanni Furgiuele ha ripercorso la storia del giornale nato ad Anguillara e oggi presente in 10 centri del comprensorio sabatino, sottolineando il ruolo insostituibile della stampa per la conoscenza del territorio e per la valorizzazione della sua identità. “Continuiamo a difendere la ‘carta’ con la nostra passione e i nostri ideali, perché la consideriamo ancora uno strumento ineguagliabile di cultura, comunicazione e informazione. La carta è tangibile, fa informazione diversamente dal web, si legge con calma, si sfoglia e, soprattutto, suscita voglia di approfondire. Ormai da quasi 25 anni scriviamo, stampiamo e distribuiamo gratuitamente ‘L’Agone’, il nostro giornale. E’ il mensile più letto nel comprensorio sabatino e della bassa Tuscia: 5000 copie che, ogni mese, finiscono in due giorni, perché evidentemente rispondono ad una richiesta di informazione dei nostri concittadini. Intorno al giornale, negli anni, si sono concretizzati un progetto e una realtà culturale: dalla letteratura all’arte, attraverso la musica e il cinema. Abbiamo creato lo spazio che da sempre cercavamo, diventando un luogo e un’occasione in cui potersi esprimere e crescere, imparando tutti insieme a difendere il nostro territorio, la nostra storia e la nostra identità”.
D’altra parte a parlare sono i dati. Il 48° Rapporto Censis – è stato ricordato – evidenzia la centralità dei media locali rispetto agli altri mezzi di comunicazione. “E’ quella che viene chiamata in gergo ’informazione policentrica di prossimità’. – hanno sottolineato i relatori – Nelle realtà locali si è affermato un marcato policentrismo degli strumenti mediatici a disposizione dei cittadini, che passa dal recupero delle testate locali alla sperimentazione delle tante forme di web community. L’82,4% degli Italiani dichiara di aver fatto ricorso a un mezzo di informazione locale negli ultimi sette giorni. – è stato aggiunto – E sono significativi i giudizi espressi dagli Italiani in merito alle qualità dei media locali: i lettori li apprezzano perché li sentono più vicini alla loro realtà quotidiana (69%), perché forniscono notizie utili (39,8%) e perché è più facile entrare in contatto con le loro redazioni (23,1%), a testimonianza di un interesse verso i mutamenti in corso nel territorio in cui inserirsi attivamente, nonché di una necessità di avere un rapporto diretto con i soggetti territoriali (associazionismo sociale, rappresentanze imprenditoriali e categoriali, amministrazioni pubbliche come Regioni, enti locali, ecc.). “E’ la nostra missione – ha concluso Giovanni Furgiuele, salutando gli studenti dell’Alberghiero di Ladispoli – una missione da portare avanti tutti insieme”.
A spiegare agli allievi i ‘principi – cardine’ del giornalismo, l’importanza dell’informazione e della cultura veicolate dalla stampa è stato il giornalista e scrittore Amedeo Lanucara: “Fate tesoro degli insegnamenti dei vostri docenti, perché l’istruzione pubblica è stata una preziosa conquista. – ha sottolineato – Apprendere la pratica della scrittura significa prima di tutto imparare a rispettare le regole morfosintattiche. – ha raccomandato Amedeo Lanucara – Per catturare l’interesse del lettore occorre essere chiari e sintetici, evitare ridondanze e ripetizioni, fornire informazioni e saper commentare i fatti. E’ essenziale inoltre rivedere il testo e migliorarlo, elaborando diverse versioni, fino ad ottenere quella più rispondente alle caratteristiche del giornale e alle aspettative dei lettori”.
E dopo l’esercitazione di giornalismo dedicata all’elaborazione di un articolo secondo la regola delle 5 W, docenti e studenti sono scesi nel Laboratorio di Sala-Bar per salutare i relatori. L’aperitivo che ha concluso il seminario, con finger food rigorosamente a base di carciofo romanesco (aspettando l’apertura della 68^ Sagra di Ladispoli), è stato preparato dagli studenti dell’Istituto Alberghiero, coordinati dai loro Docenti Prof. Michele Comito, Prof. Antonio Costanzo (Sala), Prof. Filippo Gennaretti (Enogastronomia) e dagli Assistenti tecnici Mauro Ceccobelli e Pietro Piccarisi.
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